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PREMIO NOBEL PER LA PACE - PECHINO PERDE IL CONTROLLO - da Salvatore Armando Santoro

 

Il Fatto Quotidiano
Nobel per la pace al dissidente cinese Liu Xiaobo. Pechino definisce il premio una “oscenità”

Nobel per la pace al dissidente cinese

Liu Xiaobo

, per la sua battagli per i diritti civili in Cina. “I diritti civili e la pace sono fortemente interconnessi” e lo status della Cina “come seconda economia mondiale le impone delle responsabilità”, ha dichiarato

Thorbjoern Jagland

, presidente del Comitato norvegese per il Nobel , spiegando le motivazione del dell’assegnazione del premio.



Pechino ha definito la scelta operata dal Comitato una ”oscenita” e l’ambasciatore norvegese in Cina è stato convocato al ministero degli Esteri cinese per protesta.



Liu sta scontando una condanna a 11 anni di carcere per “istigazione alla sovversione”, accusato di essere tra i prootori di “Carta 08″ il documento favorevole alla democrazia firmato da 2000 cinesi.  Liu ra stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale del 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d’informazione occidentali.


Secondo un messaggio diffuso su Twitter, i poliziotti cinesi si sono recati oggi nell’abitazione di Liu Xiaobo a Pechino per discutere con la moglie del premio Nobel, Liu Xia, se potrà rilasciare dichiarazioni alla stampa. Il telefono dell’abitazione di Liu suona a vuoto e un sms inviato sul cellulare di Liu Xia non è partito. Nel frattempo, una folla di giornalisti e cameramen si è assembrata davanti alla casa del nuovo premio Nobel.



In Cina è stata interrotta la trasmissione in diretta della Bbc sull’annuncio del premio Nobel.



Nato nel 1955 a Changchun, città industriale nel nordest della Cina, Liu era un giovane professore universitario di letteratura quando scoppiò il movimento studentesco del 1989 e fu tra gli intellettuali che si schierarono con i giovani, partecipando con i dirigenti studenteschi

Wang Dan

e

Wùer Xi

alla fondazione dell’ Federazione Autonoma degli Studenti che fu la struttura dirigente delle proteste. Più volte, Liu partecipò al fianco degli studenti ai falliti tentativi di dialogo con le autorità. La situazione su piazza Tiananmen, occupata dagli studenti, precipitò tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, quando fu chiaro che i riformisti del Partito Comunista, guidati dal segretario

Zhao Ziyang

, erano stati sconfitti e che il leader supremo Deng Xiaoping aveva scelta la via della repressione.



Il primo giugno Liu, insieme al popolare cantante taiwanese Hou Dejan, aderì allo sciopero della fame proclamato dagli studenti. Nelle ore e nei giorni successivi Liu Xiaobo, secondo Andrew J. Nathan e Perry Link, autorevoli sinologi e responsabili della pubblicazione del libro

The Tiananmen Papers

– che rimane la ricostruzione più completa di quei drammatici avvenimenti -, si adoperò per cercare di convincere i giovani ad evacuare la piazza prima dell’intervento dell’esercito. Non ebbe successo, e il 4 giugno i soldati dell’Esercito di Liberazione Popolare sgombrarono la piazza con la forza, uccidendo centinaia di persone.



Pochi giorni dopo Liu Xiaobo, accusato di essere una delle “mani nere” che secondo il Partito Comunista Cinese manovravano gli studenti fu arrestato e trascorse 18 mesi in prigione dopo essere stato condannato come “controrivoluzionario”. Nel 1995 fu condannato a tre anni in un campo di “rieducazione attraverso il lavoro” per aver diffuso articoli critici verso il governo. Scontata la pena, gli fu vietato di continuare ad insegnare.L’ ex-professore continuò a criticare il regime autoritario con saggi e articoli che venivano pubblicati all’estero e diffusi clandestinamente in Cina. Negli anni precedenti al suo arresto, Liu era diventato uno dei principali punti di riferimento per gli dissidenti cinesi e gli attivisti dei gruppi internazionali per i diritti umani.


Un interessante articolo di critica letteraria di Renzo Montagnoli - da Salvatore Armando Santoro

Critica letteraria

di Renzo Montagnoli

 

Mario Fortunato, recensore, nonché autore di narrativa e saggistica, lancia un sasso nello stagno con un bell’articolo dal titolo “Critici leggete di piùapparso sul n. 40 della rivista L’Espresso. Che cosa dice in poche parole? Dice che la nostra critica letteraria legge poco, è distratta e in genere preferisce altre occupazioni: da qualche decennio discute molto se il romanzo sia in crisi, o addirittura morto, o almeno giù di corda. Con l’aggiunta dell’elettrizzante interrogativo: quale è il ruolo del critico? E giù pagine di giornali.

Inoltre, sempre nell’articolo in parola, si aggiunge che i giornali italiani sono impegnati a pronosticare quale sarà il capolavoro letterario dei nostri tempi, azzardando giudizi su opere che non solo devono ancora uscire, ma nemmeno sono scritte, dimenticando quelle già in libreria, fra le quali, se leggessero, potrebbe annidarsi anche il lavoro di assoluta eccellenza.

Mi sono chiesto se l’analisi sia corretta, se cioè insomma Fortunato abbia sollevato un vero problema e ho concluso che è così. Del resto, non potrebbe essere altrimenti ove si tenga conto di alcune circostanze probatorie:

1)    Alcuni premi di concorsi un tempo prestigiosi sembrano assegnati a capocchia, e comunque suscitano il dubbio che l’influsso di taluni editori sia determinante nel giudizio;

2)    Il fatto che, come ha rilevato giustamente Giuseppe Iannozzi, la maggior parte della critica sia costituita da autori fa sì che si pratichi, in modo anche vergognoso, il giudizio di scambio (tu parli bene del mio romanzo e io parlo bene del tuo);

1)    Opere che meriterebbero attenzione (e ce ne sono) vengono sistematicamente ignorate;

2)    A leggere certe recensioni sorge il dubbio se siano state scritte dopo un’attenta disamina, perché non di rado si trovano fatti o intenzioni che nell’opera non sono presenti;

3)    Alcune critiche poi sono frettolose e arrivano a un giudizio compiaciuto senza enunciare i fondamenti dello stesso.

Questo modus operandi, se magari porta bene alle casse degli editori, è però pernicioso per la letteratura, almeno per quella italica, contraddistinta da pochezza di idee, da scritture approssimative e di frequente in una lingua non corretta. Come in economia si dice che la moneta cattiva scaccia quella buona, anche in campo letterario la produzione industriale di quelli che dovrebbero essere lavori artistici sotterra quei libri che effettivamente valgono, del tutto ignorati o al massimo relegati a notizia, buttata lì per caso, senza che sia degnata da un minimo di recensione.

Resta allora da chiedersi quale sia il ruolo della critica e qui si entra nel difficile, in un campo minato che sembra estendersi all’infinito.

Non mi nascondo che pure in passato c’erano recensori che appoggiavano opere di certi editori, anche se non disdegnavano parlare di lavori di autori pubblicati da imprenditori diversi.

Oggi come oggi la pubblicità sembra l’anima del commercio, il bombardamento mediatico condiziona le scelte e quindi la critica finisce con l’essere coinvolta, diventando uno strumento di marketing di notevole efficacia.

Fin per carità, se il critico scrive di un romanzo edito da X, parlandone in termini entusiastici e questo è effettivamente un libro eccellente, la cosa non dà luogo a scandali.

Purtroppo, però, non di rado capita che l’opera esaminata sia di modesto spessore e allora ci si chiede se il critico sia diventato indirettamente un dipendente di X, oppure se sia capace di leggere un libro. Quest’ultima ipotesi non è buttata a caso, perché sappiamo che non è facile scrivere un romanzo, ma è altrettanto vero che non è facile leggere, e mi riferisco non alla lettura di uno che intenda passare così il tempo.

Il critico è chiamato a leggere in modo analitico un’opera, a verificare l’esistenza di punti saldi che rappresentano l’oggettività del giudizio, quali, fra gli altri, l’originalità, il corretto uso della lingua, l’equilibrio strutturale, la capacità di ambientazione, il messaggio portato.

Non è quindi una lettura facile, ma è in ogni caso indispensabile per esprimere un giudizio compiuto.

Ora, e tengo a sottolineare la cosa, fra i critici professionisti sembrano ben pochi quelli che sanno leggere, in ogni caso sono di numero inferiore a quello di diversi ottimi e capaci recensori dilettanti.

Oso dire che se si vuole una critica che possa consentire almeno di valutare l’interesse per l’opera del potenziale lettore è indispensabile cercare su Internet i siti letterari che ricomprendano sezioni dedicate alle recensioni.

Certo, anche lì c’è da fare una scrematura, perché molte sono le impressioni di lettura e non le recensioni, ma in ogni caso troverete dilettanti in grado di essere assai migliori dei professionisti.

Che stia scomparendo la figura del giornalista che scrive di letteratura? Non credo, quello che sta scomparendo è il giornalista che sa scrivere esaurienti e oneste critiche letterarie.   


POSSIBILE CHE NEL 3000 CERTE ABERRAZIONI IDEOLOGICHE PRODUCANO ANCORA DANNI? - da Salvatore Armando Santoro

Nicaragua: a rischio la salute e la vita delle donne

immagine cartolina 8 marzo

In Nicaragua per le donne e le ragazze che cercano di abortire e per gli operatori sanitari che forniscono servizi associati all'aborto sono previste pene detentive. Il divieto assoluto di aborto, in vigore dal luglio 2008, mette in pericolo la vita delle donne e delle ragazze, negando loro trattamenti salvavita, impedendo agli operatori sanitari di fornire cure mediche efficaci contribuendo, di fatto, all'aumento della mortalità materna in tutto il paese.
 
Le nuove disposizioni di legge introducono sanzioni penali per medici e infermiere che forniscono cure a donne o a ragazze malate di cancro o malaria, che abbiano contratto il virus dell'Hiv/Aids o abbiano una crisi cardiaca, qualora tali cure risultino controindicate in gravidanza e possano causare danni o la morte dell'embrione o del feto.

 

La mortalità materna produce già un effetto sproporzionato sulle donne e le ragazze che vivono in povertà. Con l'introduzione del divieto assoluto di aborto, le donne con scarse risorse economiche potrebbero essere spinte ad agire al di fuori della legge, mettendo in pericolo la loro salute e rischiando l'arresto: questa legge potrebbe quindi condurre a un incremento del numero di pericolosi aborti "fai da te".
 
Amnesty International chiede al presidente del Nicaragua di intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire l'accesso ai servizi per un aborto legale e sicuro a tutte le donne e le ragazze la cui salute è a rischio per il proseguimento della gravidanza, o la cui gravidanza è il risultato di uno stupro.

 
 

Daniel Ortega Saavedra
Presidente de la República
Reparto El Carmen
Costado oeste del Parque El Carmen
Managua, NICARAGUA
 
Egregio presidente,
 
siamo simpatizzanti di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.
 
Rendere un reato l'accesso all'aborto, anche nei casi in cui la gravidanza metta in pericolo la salute o la vita di donne e ragazze o sia una conseguenza di uno stupro, è una violazione dei diritti umani.

Negare l'accesso a questo tipo di cure mediche essenziali attraverso la minaccia di sanzioni penali significa mettere la vita e la salute delle donne e delle ragazze in pericolo e colloca il Nicaragua nel tre per cento dei paesi del mondo che approva questa legislazione draconiana.
 
Questa decisione retrograda pone il Nicaragua non al passo con il resto del mondo e con la maggior parte dei paesi dell'America latina.

Il divieto totale di aborto in tutte le circostanze costringe donne e ragazze a ricorrere ad aborti clandestini, che possono provocare danni permanenti alla salute, perdita della fertilità e morte. È, inoltre, illegale, irragionevole e inapplicabile.

È spesso difficile - e in alcuni casi impossibile - dimostrare quando una donna ha avuto un aborto spontaneo o indotto. Questo pone migliaia di donne e ragazze che hanno subito un aborto spontaneo, ogni anno in Nicaragua, e le persone che se ne sono prese cura, a rischio di essere erroneamente accusate di aver indotto un aborto. Questo rischio è maggiore per quelle che sono più povere e che, pertanto, hanno meno possibilità di avere un avvocato.

Questo divieto assoluto di ogni forma di aborto vincola anche i dottori e infermiere. L'incertezza e la paura hanno creato ritardi nel prendere le decisioni durante complicazioni ostetriche e impediscono al personale sanitario di fornire trattamenti medicali salvavita e cure ostetriche. Le norme e i protocolli di ostetricia del ministero della Salute sulle buone pratiche per la gestione di complicazioni ostetriche specifiche consigli l'interruzione di gravidanza, questo comporta che se un operatore sanitario rispetta queste disposizioni potrebbe essere sottoposto a processo, da quando
la legge e il protocollo ostetrico sono in conflitto tra loro. 

Il divieto totale di aborto priva le donne rimaste incinte a seguito di uno stupro della possibilità di decidere liberamente se portare avanti o meno la gravidanza senza essere costrette a portarla avanti, altrimenti rischiano di essere arrestate.

Questa legge inevitabilmente colpisce soprattutto le donne e le ragazze che si affidano ai servizi sanitari pubblici e vivono in povertà che, rispetto ad altre più abbienti, non possono recarsi all'estero per ottenere i servizi di cui hanno bisogno.
 
Noi la sollecitiamo a intraprendere tutte le azioni necessarie per assicurare che gli articoli 143, 145, 148 e149 del codice penale nicaraguense siano abrogati.

Le chiediamo, inoltre, di garantire che i servizi per un aborto legale e sicuro siano resi accessibili senza restrizioni irragionevoli a tutte le donne e le ragazze la cui vita o salute siano a rischio a causa di una gravidanza o se questa sia il risultato di uno stupro.
 
La ringraziamo per l'attenzione.

 

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NOI NON FACCIAMO POLITICA MA SIAMO TESTIMONI DI IMPEGNO CIVILE. - da Salvatore Armando Santoro

NOI NON FACCIAMO POLITICA MA VOGLIAMO ESSERE TESTIMONI DI IMPEGNO CIVILE PER FAR CAPIRE CHE UN PAESE CHE PERDE LA PROPRIA IDENTITA' ED INTEGRITA' NAZIONALE NON SALVAGUARDA QUELLI CHE SI RITENGONO "PADANI" DAL RISCHIO MAFIA VISTO CHE QUESTA SI STA INFILTRANDO ANCHE IN MOLTI STATI EUROPEI CHE SEMBRAVANO IMMUNI DA QUESTO CANCRO. SOLO LA COMPATTEZZA DELLA NAZIONE E LA VIGILANZA CONTRO OGNI STRAPOTERE A CARATTERE MAFIOSO (OLTRE ALLA CRESCITA CULTURALE ED ECONOMICA INNANZITUTTO) SONO LE CONDIZIONI PER SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL RUOLO DELLO STATO CONTRO LE CRICCHE DELINQUENZIALI CHE NEI FATTI IMPEDISCONO UN ARMONICO SVILUPPO ECONOMICO DELLE ZONE ARRETRATE DEL NOSTRO PAESE E MANTENGONO UNA CONDIZIONE DI SOTTOSVILUPPO E DI DISOCCUPAZIONE IN LARGHE FASCE DELLA POPOLAZIONE DEL MEZZOGIORNO.

 

7 Ottobre 2010 (Dal Blog di Italia dei Valori)

I malesseri del Paese

mafiaa.jpg

A Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, hanno scritto "Viva la mafia" nella piazza intitolata a Beppe Alfano, giornalista ucciso da Cosa Nostra e padre dell'eurodeputata dell'Italia dei Valori, Sonia Alfano
A prescindere dalla solidarietà e dalla vicinanza che ovviamente tutto il partito esprime nei confronti di Sonia e della sua famiglia, credo che sia il caso di fermarsi un attimo a riflettere. E' indegno che si offenda la memoria di chi, come Beppe Alfano, ha pagato con la propria vita il suo impegno civile contro la criminalità organizzata. Ma la gravità dell'accaduto va analizzata alla radice. 
L'Italia sta attraversando anni difficili, economicamente e socialmente. In Calabria, terra della 'ndrangheta, i giudici e i giornalisti sono nel mirino dei clan. Le organizzazioni criminali trovano terreno sempre più fertile, in un Paese dove la disoccupazione è dilagante e delinquere in certi casi è quasi una costrizione per poter sopravvivere. La scritta "Viva la Mafia" in piazza Alfano è un segnale di forte malessere. E' un particolare che ci fa capire come la lotta al crimine organizzato sia difficile e piena di ostacoli. 
I clan hanno lanciato l'ennesima sfida allo Stato e il bazooka contro il procuratore di Reggio Calabria ne è la prova più evidente. Dall'altra parte c'è un Paese sfaldato, senza più identità. Una nazione messa in ginocchio dalle politiche di un Governo che pensa solo alla cricca, dimenticando migliaia di licenziati e di senza lavoro. Il centrodestra si prende il merito delle brillanti operazioni delle forze dell’ordine, compiute su ordine dei magistrati, e non dice che il comparto sicurezza lavora con pochi e insufficienti mezzi, perché l’esecutivo ha operato un drastico taglio dei fondi. Molte procure non hanno la carta per fare le fotocopie e molte volanti sono a corto di benzina. Sconfiggere le organizzazioni criminali, inoltre, è innanzitutto un fatto culturale. E il Governo dimostra di non averlo capito, avendo tagliato anche i fondi all'istruzione scolastica. L'Italia dei Valori è al fianco di Sonia Alfano e di tutti coloro che, quotidianamente, si battono per contrastare e sconfiggere tutte le mafie. Continueremo a sostenere le battaglie per la legalità senza se e senza ma.


Associazione Culturale Le Nuvole - C'ERANO LE CITTA' - da Salvatore Armando Santoro

Associazione Culturale Le Nuvole

Via B. Cariteo, 59 – Napoli

 

In collaborazione con

 

CSM 2000 Centro Studi Molise

Via Mons. Speranza,6 Guardialfiera (Cb)

 

Propone

 

C’ERANO LE CITTA’

I Poeti e le città

 

Giornata della Poesia dedicata all’emozione con cui

 il poeta si rapporta alla città del Terzo Millennio

 

A seguito della 22° Giornata mondiale della Poesia celebrata il 2 ottobre 2010 a Guardialfiera (Cb) in parallelo alla manifestazione di Parigi voluta dalla Presidenza Internazionale dell’Associazione Poesia 2 Ottobre con sede al Lido di Venezia, l’Associazione Culturale Le Nuvole e CSM 2000 chiama le voci degli Artisti ad un confronto corale, ognuno con la propria poetica, a contrastare le aggressioni all’intelletto  dell’uomo contemporaneo e alla solitudine che egli vive nelle metropoli del Terzo Millennio. Vi invitiamo ad intervenire con la lettura di due Vostre opere a tema in data da stabilire nell’ultima settimana di novembre 2010 – di cui Vi sarà data tempestiva comunicazione – in un incontro che si terrà in Guardialfiera (Cb)

 

Per Informazioni:

Associazione Culturale Le Nuvole  338.5814732 - 339.6105984

CSM 2000 - 0874.840446


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Salvatore Armando Santoro - Presidente

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