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Auguri tardivi, ma... - da Salvatore Armando Santoro

SPERO CHE STIA PROCEDENDO BENE, MA......


Quest'anno ci è mancata l'ispirazione per formulare un augurio sincero. L'aveva fatto l'amico Francesco con la sua newsletter sulla "partecipazione democratica". Ma non bastava. Ci ha pensato Roberto Malini del gruppo EveryOne per passarci un suggerimento. Ed io lo socializzo a tutti voi augurandovi davvero che l'anno nuovo si possa vivere ad occhi aperti guardando alle tante persone attorno a noi che vivono condizioni di disagio sociale e civile che dovrebbero farci dimenticare i nostri guai che in fondo tali non sono.

A tutti un abbraccio sincero

Salvatore Armando Santoro - Webmaster

 

DANZIAMO, DANZIAMO....
di Roberto Malini

Se fosse l'amore per gli altri e non la paura a muovere le istituzioni, quando si trovano di fronte ai drammi delle minoranze emarginate... Invece, sembra che governanti, parlamentari, governatori, sindaci, autorità camminino sulle braci ardenti, quando portiamo alla loro attenzione qualsiasi caso di esseri umani in difficoltà: Rom, migranti, poveri... Non provano sentimenti di solidarietà: non ne sono più capaci, neanche quei politici che da giovani si sarebbero gettati nel fuoco per un ideale... Si invecchia, si segue una carriera, si sente il profumo del potere, del denaro, dei privilegi... e si perde il peso della propria anima... giorno dopo giorno, senza accorgersene... E' questa l'enorme difficoltà che incontriamo a Genova, a Civitanova Marche, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma, a Napoli... dappertutto. Le "autorità" vorrebbero che i poveri svanissero in una nuvola di vapore, per non dover affrontare un problema che potrebbe danneggiare la loro immagine, ridurre il consenso di cui godono... "Io sono umano. Non sono razzista... mi comporto con coscienza... voglio trovare una soluzione umanitaria... non lascerò nessuno in mezzo alla strada, al freddo...". Però il loro calore si ferma nel falò delle intenzioni... attendono... parlano con i giornalisti... rispondono alle accuse da parte delle "opposizioni" e della "società civile"... e poi si distinguono nell'arte del "non fare", in cui sono maestri. Conta l'immagine, quello che gli altri dicono di loro e il vuoto echeggia nelle loro coscienze. E noi? Noi siamo l'eco di quel vuoto oppure... siamo con i Rom, nelle baracche, sotto i ponti, nelle roulotte. Siamo con i profughi, ammassati gli uni contro gli altri in spazi angusti e miserevoli. Siamo con i senzatetto, intirizziti e preoccupati di dove ci rifugeremo domani. Siamo nella danza della vita e balliamo sui cadaveri degli innocenti oppure balliamo senza smettere, per riscaldarci e non morire assiderati...


malinidanziamo.jpg

Roberto Malini
+39 331 3585406

 

 

 


 

 

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GENNAIO 2013 - INCONTRO POETICO - da Salvatore Armando Santoro

INCONTRO POETICO

Il Circolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano sta pensando di organizzare un incontro poetico con declamazione di poesie (ed eventuale presentazione delle opere dei poeti partecipanti) che riteniamo si possa concretizzare nell'ultima decade di Gennaio e che pensiamo di realizzare nella località di Massa Marittima, in quanto indicata in passato da diversi amici come la più idonea sotto il profilo logistico per questo tipo di manifestazioni.

L'incontro si dovrebbe svolgere nel pomeriggio di un sabato dell'ultima decade del mese corrente e concludersi con una cena a base di diversi assaggi di pizze e, pertanto, prima di inviare il programma definitivo gradiremmo conoscere con esattezza il numero approssimativo di amici che potrebbero partecipare anche per poter decidere la scelta di un locale idoneo che possa ospitarci.

A tutti un augurio sincero di un sereno 2013 ed un cordiale saluto.


Salvatore Armando Santoro

Presidente del Circolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano (GR)

 


Verso il 2013: il problema è la partecipazione - da Francesco Galgani

Il problema è la partecipazione
di Francesco Galgani

Oggi 31 dicembre 2012 molte persone, come tradizione, affermeranno: "Buona fine e miglior principio". Ma cosa può mai significare "miglior principio"? Secondo me, c'è davvero bisogno di un cambiamento, di un cambiamento forte e decisivo nel mondo di pensare e di vivere: il problema è la partecipazione. Questo vale per ogni sistema sociale e per ogni microcomunità all'interno di ogni sistema sociale. A me sembra che l'atteggiamento più diffuso nella nostra società è quello di lasciar fare ad altri (per poi lamentarsi dopo): questo è uno dei modi più efficaci di uccidere la democrazia. Quando sento le persone affermare "io non vado a votare" o "io non me ne interesso, tanto non cambia nulla" sento lo stesso inutile, insensato, autolesionismo di chi ad esempio si lamenta della propria malattia senza andare da un medico per curarsi oppure di chi sapendo quale medicina deve prendere si rifiuta di prenderla: è chiaro che se una persona non fa niente per il proprio futuro nulla cambierà, anzi peggiorerà. La medicina per i mali di questo mondo, di ogni società e di ogni microsocietà sono il dialogo, la partecipazione, il prendere decisioni, il muoversi verso un obiettivo, la collaborazione, la condivisione, l'incoraggiamento reciproco, la lotta, e così via.

Cosa vuol dire "partecipare"? "Non partecipare" vuol dire essere svuotati del proprio senso di responsabilità nei riguardi del proprio futuro, quindi "partecipare" vuol dire responsabilizzarsi. Se il 2013 sarà un anno pieno di vittorie o di sconfitte dipenderà solo da noi.

Buon anno a tutti,
Francesco


Sulla fine del mondo (speriamo che sia la volta buona...) - da Francesco Galgani

Sulla fine del mondo (speriamo che sia la volta buona...)
di Francesco Galgani

Stamani 20 dicembre 2012 mi è arrivato un messaggio in cui mi si chiede qual è l'ultima cosa che vorrei dire o fare prima della fine del mondo. Mi è venuto da sorridere, perché periodicamente nell'inconscio collettivo riemerge la consapevolezza dell'impermanenza della vita, e con essa dell'inevitabile fine di se stessi e prima o poi del genere umano. In un certo senso, questo tipo di informazione, che per quanto ne sappiamo è accessibile solo a noi esseri umani (è ragionevole pensare che tutti gli altri esseri insenzienti e senzienti da noi conosciuti ne siano inconsapevoli), è come se fosse codificata nel nostro DNA: non possiamo fare a meno di porci il problema della nostra fine, per quanto tale pensiero possa generare fastidio e paura nella mente di chi non ha neanche il tempo di interrogarsi sulla meraviglia e mistero della vita.

Antichi pensatori hanno teorizzato che la nostra esistenza è simile a un sogno, altri che esista un collegamento tra questa vita e la successiva, altri ancora hanno costellato l'universo di divinità o di un solo dio, altri hanno riposto le loro uniche speranze in una fede e altri ancora solo nella scienza, molti non si sono neanche posti il problema immergendosi in quell'eterno presente, senza speranze nel futuro, inneggiato dalla filosofia oraziana: «Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero».

Per quanto mi riguarda, finché non ci si libera dalla paura e sofferenza della morte, a nulla valgono i ragionamenti e le teorie intellettuali. La consapevolezza che prima o poi il mio attuale corpo non sarà diverso dalla terra su cui crescono i fiori non mi preoccupa minimamente, ma anzi mi dà un motivo e una spinta in più per dare il maggior valore possibile alla mia attuale e limitata esistenza. La vita e la morte sono gioia quando alla base del nostro vivere ci sono un solido senso di missione di vita e di visione del futuro: io vivo così, similmente ai miei maestri buddisti.

Tornando alla domanda iniziale, ovvero su cosa desidero dire o fare prima della fine del mondo: speriamo che sia la volta buona, speriamo davvero che finisca questo mondo in cui regnano stupidità, sofferenza, collera, avidità e tanti altri mali interiori e ne nasca uno nuovo, in cui la sincera amicizia, l'attenzione e l'ascolto reciproci, il dialogo, il lottare insieme per un futuro migliore e senza ingiustizie siano sovrani. Tutto ciò dipende solo da noi, soltanto da noi e da quello che facciamo giorno dopo giorno. In poche parole, cerchiamo di volerci bene e di impegnarci a costruire insieme il nostro futuro, che non dipende né dalla volontà dei potenti, né dalla volontà di un dio o di un qualunque altro essere superiore inventato per mitigare le nostre paure: il nostro futuro personale e collettivo dipende solo da noi.

Cosa vorrei fare prima della fine del mondo? Quello che ho sempre fatto e così espresso:

Luce

Nel buio dell'esistenza
una scintilla di speranza
indica la via...

per ogni passo,
su strade umane
dense di dolore,

semino amore :)

http://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/78-luce


Firenze - Fondazione "Il Fiore" - 29.11.2012 ore 16 - da Salvatore Armando Santoro

La Fondazione Fiorentina “Il Fiore”

in collaborazione con la Società Bibliografica Toscana, la Biblioteca degli Uffizi, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Musicale della Città di Firenze e con la Associazione Internazionale Elémire Zolla

 

organizza l'incontro

 

Labirinti della mente. Visioni del mondo

Il lascito intellettuale di Elémire Zolla nel XXI secolo

Firenze, Biblioteca degli Uffizi, Loggiato degli Uffizi

giovedì 29 novembre 2012, ore 16.00

promosso da AIREZ (Associazione Internazionale Ricerca Elémire Zolla)

nella ricorrenza del decennale della morte dello scrittore

in collaborazione, tra gli altri, con la Fondazione il Fiore

 

 

Nell'occasione la Fondazione il Fiore

sarà lieta di presentare il volume degli Atti della Giornata di Studio sul tema

Passione di verità nel pensiero di Elémire Zolla

che si è tenuta a Firenze lo scorso 29 febbraio

 


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Salvatore Armando Santoro - Presidente

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