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E' morto Chinua Achebe, padre della letteratura africana moderna (Di Roberto Russo) - da Salvatore Armando Santoro

E' morto Chinua Achebe, il padre della letteratura africana moderna

Scritto da – venerdì, 22 marzo 2013 -
Chinua Achebe, muore il padre della letteratura africana moderna

Chinua Achebe, considerato il padre della letteratura africana moderna, è morto oggi. Aveva 82 anni. Scrittore, saggista, critico letterario e poeta era particolarmente noto per il suo romanzo Il crollo che con dieci milioni di copie vendute e tradotta in più di cinquanta lingue, è considerato uno dei più letti del mondo. Nato a Ochidi, in Nigeria, Achebe era figlio di un professore in un collegio missionario. Venne battezzato con il nome di Alberto, in onore del Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, consorte della Regina Vittoria d’Inghilterra, ma il suo nome originale era Chinualumogu che vuol dire Dio lotterà a mio favore.

Achebe frequentò il Government College a Umuahia e l’università a Ibadan, compiendo studio di inglese, storia e teologia. Fu all’università che rinnegò il suo nome britannico e assunse quello di Chinua. Ha viaggiato molto in Africa e nelle Americhe. Insegnava al Bard College di Upstate New York.

Il crollo, suo primo romanzo, risale al 1958 e in esso Achebe descrive con amarezza come la cosiddetta civilizzazione europea si sia appropriata del mondo africano e, in tal modo, come le influenze occidentali abbiano cambiato la società del continente africano. In Italia è stato pubblicato da E/O. Altre sue opere sono Ormai a disagio (1960), Freccia di Dio (1964) e I formicai della savana (1988 – in italiano reso anche come I viandanti della storia). In italiano abbiamo anche il racconto per ragazzi Il flauto e il tamburo. In Italia è stato pubblicato da E/O, come abbiamo detto, da Jaca Book, Mondadori, Feltrinelli, Loescher e altri.

Nel 1990, a seguito di un incidente automobilistico, Achebe rimase paralizzato dalla vita in giù.

Una frase de Il crollo viene spesso citata:

Fra gli Ibo c’è un proverbio, un uomo che non sa dire dove la pioggia lo ha colpito non sa neppure dove il suo corpo si è asciugato. Lo scrittore deve dire alla gente dove la pioggia lo ha colpito.

E ancora:

Quando la luna splende, allo zoppo viene voglia di fare una passeggiata.

Scrisse in una poesia, dal titolo

 

                   1966

Distratti
i nostri giorni avventati
si sono sottomessi ad autorità orrende
e hanno recitato con indolenza
lentamente, giù, nel remoto
pozzo sotterraneo
un trapano a punta di diamante
s’avvicinò insinuandosi
al caos residuo, al
raro odio artesiano
che una volta schizzò sangue
caldo sul viso di Dio
ratificando la sua prima
delusione nell’Eden.

Intensa anche la poesia dal titolo

                                  L’esploratore

Come un’alba inannunciata a mezzanotte
di colpo si spalancò davanti ai miei occhi
un cerchio di terra rasa, da alte falesie
di una foresta profonda custodita in incanto d’ambra.

Fu certo la fine di un lungo viaggio,
ma per quanto e da dove sembra incerto, in importante
un fatto solo importava adesso,
quel corpo così ben conservato
che nel vederlo capii che mi aveva condotto in quel punto.

Le circostanze della morte erano incerte,
pur se una vaga traccia fluttuante
pareva alludere a una catastrofe aerea
elusivamente.

Ma dove, allora, i resti del duro naufragio?
Quella tinozza di gesso che come una crisalide
morta li custodiva riposante finora
completamente incapsulati fu rotta
da una mano fredda per questa attuale degenza.

Il resto era perfetto, tranne la gamba
mancante recisa perfettamente alla giuntura del ginocchio,
anche il bianco grembiule da scolaro
immacolato nella luce di un tenue giallo.
Il mio volto soprattutto era in perfetto accordo,
ché non aveva accolto in sé
paura né agonia nel fatale momento.

Illuminato da un chiarore
che raramente s’incontra nei sogni
il mio io esploratore rimase
un po’ distante ma in qualcosa appagato,
dietro di lui una lunga, nebbiosa ricerca,
domane incorrisposte mandate a dormire
essendo inutile ormai riformularle.
Bastava, in quel silenzio intrappolato di un’alba anomala,
trovarsi faccia a faccia all’improvviso un corpo
che non sapevo neppure di aver perso.

 
 
 
 

 

 

 


Tratto dal portale GraphoMania:

http://blog.graphe.it/2013/03/22/chinua-achebe-muore-il-padre-della-letteratura-africana-moderna#ixzz2OPSWAMNi

 

 


Ravenna, cinema e diritti umani: a Roberto Malini il Premio Dan Arevalos - da Salvatore Armando Santoro

 

Ravenna, cinema e diritti umani: a Roberto Malini il Premio Dan Arevalos

Ravenna, 23 marzo 2013. La prima edizione del Premio Internazionale Dan Arevalos - riservato a un'opera antirazzista e dedicato alla memoria dell'artista e attivista per i diritti Lgbt Jean-Michel Arevalos detto Dan - è stato assegnato ieri al regista, poeta e difensore dei diritti umani milanese Roberto Malini, per il film-documento "La canzone di Rebecca". La cerimonia di premiazione è avvenuta ieri sera, 22 marzo 2013, 17° anniversario della morte di Dan Arevalos, presso il Centro Quake di Ravenna. L'iniziativa è organizzata dal Circolo Frida Byron - Arcigay Ravenna, con il patrocinio dell'UNAR (Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali), della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna. Il film, come spiega la motivazione, "è un inno al rispetto del popolo Rom e di tutti gli esseri umani, che mostra come per cogliere a apprezzare la bellezza e il valore della diversità, occorra abbattere il muro dei pregiudizi: in questo il regista è riuscito alla perfezione". Il film-documento narra la vicenda della giovane artista Rom Rebecca Covaciu, capace di riscattare se stessa e la sua famiglia da miseria ed emarginazione attraverso il dono della pittura. Alcune delle opere della giovane pittrice sono conservate presso musei d'arte moderna in Europa, India e Stati Uniti. "Questo riconoscimento mi onora," ha commentato Malini ricevendo il mosaico d'autore riservato al vincitore, "perché Dan Arevalos è stato un innovatore e un uomo di diritti umani, scomparso troppo spesso, sempre in anticipo sui tempi. E' l'attivista che ha indicato già all'inizio degli anni ottanta come arte e cultura rappresentino la via maestra per educare l'opinione pubblica alla tolleranza. Oggi più che mai è necessario un rinnovamento culturale, che attraverso il rispetto e la valorizzazione delle diversità ponga le basi per il progetto di una civiltà basata sull'uguaglianza". Il docu-film "La canzone di Rebecca" è sostenuto dall'UNICEF e sarà ospite d'onore al prossimo Festival Internazionale Cinematografico Human Rights Nights (Bologna, 18-21 aprile 2013). Il Premio Internazionale Dan Arevalos riservato a un'opera in contrasto con l'omofobia è invece andato al cortometraggio "Spell It Out" della londinese Stonewall, che fa parte del più ampio progetto "Education for All" e affronta apertamente l'argomento del bullismo e dell'omofobia in ambito scolastico. 

Malini è un amico di lunga data del nostro Circolo Culturale. A lui sono andati gli auguri del nostro Presidente, che segue con interesse e simpatia le attività del Gruppo Everyone, che si batte per i diritti della popolazione meno protetta e dei Rom in particolare.

Nella foto di Steed Gamero, da sinistra: Bruno Moroni, delegato della Segreteria Nazionale Arcigay per la Visibilità e il Coming Out e Vicepresidente di Arcigay Frida Byron Ravenna, Roberto Malini con la targa a mosaico del Premio Internazionale Dan Arevalos e Rebecca Covaciu, protagonista del film-documento "La canzone di Rebecca"


malinimoroni.covaciu.jpg

 
Per informazioni: 
EveryOne Group
Tel. 331 3585406

 


25 Marzo 2013 ore 20,30 - Concerto di beneficenza - Teatro Verdi Firenze - da Salvatore Armando Santoro

FESTA DEL CAPODANNO FIORENTINO

Il giorno lunedì 25 marzo p.v. cade la festa del Capodanno Fiorentino. Dal Medioevo fino al 1750, il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra l'annuncio dell'incarnazione ricevuto dalla Vergine Maria, fu assunto come inizio del calendario civile di Firenze. La festa del Capodanno che coinvolgeva tutti gli aspetti non solo religiosi, ma anche civili della città, aveva il suo fulcro nella basilica della Santissima Annunziata, dove i fiorentini e le genti del contado si recavano in pellegrinaggio alla più nota effige cittadina dell'Annunziata.

Per tale occasione il Lions Club Cosimo de' Medici, l'Unione Avvocati d'Italia, l'Associazione Core Onlus in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale, hanno organizzato un

grande concerto di beneficenza

che avrà luogo al Teatro Verdi, lunedì 25 marzo alle ore 20.30

con musiche di Rossini, Tsachaikowsky, Strauss e Verdi.

Il ricavato della serata servirà a raccogliere i fondi necessari a realizzare un'applicazione per cellulari che permetta l'immediato contatto con i soccorsi quando si assiste ad un arresto cardiaco. Inoltre Il progetto promosso dall'Associazione Core Onlus porterà a breve nelle scuole di Firenze e Provincia alcuni corsi di primo soccorso, pochi gesti semplici ma fondamentali per salvare una vita.

Per qualsiasi ulteriore informazione in ordine all'acquisto dei biglietti Vi pregherei di contattare la Signora Parenti al numero di cellulare 338-3440039 studio@studioparentisalvatore.191.it oppure la Signora Claudia Dominici 339-4260436. E' in corso anche una prevendita on line www.teatroverdionline.it, www.boxofficetoscana.it.

Vi ringrazio per la diffusione che potrete dare all'evento e sperando di poterVi incontrare in quest'occasione, Vi saluto con cordialità.

 
Eugenio Giani
Presidente del Consiglio Comunale


Bergamo - 21.3.2013, ore 18 - Incontro poetico - da Salvatore Armando Santoro

COMUNICATO STAMPA - INVITO

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giovedì 21 marzo ore 18.00
Biblioteca Tiraboschi - via S. Bernardino, 74 Bergamo

hans tuzzi
"vanagloria"

bollati boringhieri

finalista della XXIX edizione del

Premio Nazionale di Narrativa Bergamo 2013

coordina l'incontro Adriana Lorenzi

ingresso libero

 

8 MARZO: FESTA DELLE DONNE NEL NOME DELLA POESIA - da Salvatore Armando Santoro

QUESTANNO VOGLIAMO FESTEGGIARE L'OTTO MARZO CON UNA BELLA POESIA CHE ESALTA LA FIGURA DELLA DONNA NON SOLO COME PERSONA MA ANCHE COME MADRE. POCHI VERSI RICCHI DI CONTENUTO E DI SENTIMENTO CHE DICONO MOLTO DI PIU' DI UN LUNGO DISCORSO RETORICO E PRIVO DI CONTENUTI.

CONCLUDIAMO POI CON UNA INTERESSANTE RIFLESSIONE DI TITO ALVARADO L'IDEATORE DELLA MANIFESTAZIONE PALABRA EN EL MUNDO

DONNA NON SOLO L'8 MARZO

Fiori di giallo cotone
a parlare di Me
delle mie urla ed i pianti
degli anni di attesa e le lotte

canti nei campi di grano
tra sbarre le idee di libertà
ventre di vita e seni d’amore
carezze i sorrisi

passi nel Tempo ed occhi fieri
profumo di viole tra i capelli
nel vento di sfida
alto lo sguardo sul mondo.

astrofelia franca donà

Donna nella sua dignità, nella crescita morale e sociale, nel rispetto di sè partendo innanzitutto da se stessa . Non solo l’8 marzo!

 

MUJER EN LA HORA PRESENTE
8 de marzo del 2013

Todos los días son iguales y diversos. Todas la mujeres son diversas e iguales. La diversidad de los días es el tiempo, la igualdad es el hacer, levantarse, lavarse, alimentarse, ocuparse en algo, descansar, dormir. La diversidad de la mujer es su sello distintivo, la igualdad es lo nefasto que le entregamos cuando no vemos en ella y ellas, un ser humano en toda su potencialidad, sin establecer diferencia de género.

¿Hay algo que el ser humano pueda hacer sin la participación de otro? ¿Hay algo en la vida en sociedad que sea posible sin la mujer? La única respuesta es nada.

Y sin embargo, a pesar de esta nada, hay quienes persisten en hacernos creer que solos podemos ser algo o peor aún, ser alguien, reduciendo la gracia de la vida a una carrera para ser, según el lugar que ocupemos en una escala social, que aleja a unos de otros. Todo un sistema para negar que quienes viven de un salario son los que en verdad hacen posible las cosas materiales que permiten ser a la sociedad, parcializada en países. Todo un sistema de ideas para negar el sagrado espacio de la mujer. Relegando su aporte a la desvalorización o sujetándola a unas prácticas sociales que la disminuyen como persona o la vuelven objeto del deseo.

En estas últimas décadas el conocimiento se ha duplicado, aunque en verdad el acceso al saber ha disminuido Hay más gente ocupada en sobrevivir, hay más gente que no entiende lo que lee y hay más manipulación, es decir hay una intención para que cientos de millones de personas no lean ni comprendan, entonces este saber no significa que hayamos avanzado en cuento a mayor grado de justicia social y de humanidad en nuestras relaciones.

Nunca antes la humanidad ha estado tan al borde de su extinción, nunca antes hemos enfrentado tantas crisis juntas. La vida en el planeta está amenazada por entes inteligentes que no se guían por si inteligencia sino por valores anti vida. Esto debe cambiar y en este cambio necesario, la mujer es una fuerza fundamental.

Decimos cambio de cultura, cambio de paradigma y en este cambio nos ocupamos todo el año. Ahora en este 8 de marzo decimos, como un homenaje a la vida: basta de machismo, basta de injusticia social, basta de desvalorización y de violencia contra la mujer.

En la República Sur, en la sociedad de la utopía, en el mañana que podemos adelantar con nuestros actos de hoy, no hay diferencias otras que nuestra capacidad de entregar nuestro aporte a la sociedad.

Digo mujer hoy con la esperanza puesta en el mañana. Y con este decir y esperanza estoy donde hay que estar, en la tarea del cambio.

Tito Alvarado

 

8 MARZO 2013: LE DONNE NELLA REALTA' ODIERNA
 (Traduzione di S.A. Santoro)

Ogni giorno è uguale e diverso. Tutte le donne sono diverse ed uguali. La diversità dei giorni è il tempo, la uguaglianza è il fare, levarsi, lavarsi, mangiare, prendersi cura di qualcosa, riposarsi, dormire. La diversità della donna è il suo segno distintivo, l'uguaglianza è il negativo quando non vediamo in essa, ed in esse, degli esseri umani in tutta la loro potenzialità senza stabilire la differenza di sesso.

C'è qualcosa che l'uomo può fare senza la partecipazione della donna? C'è qualcosa nella vita sociale che sia possibile senza di essa? L'unica risposta è: No!

Eppure, nonostante tutto questo, ci sono alcuni che si ostinano a farci credere che possiamo essere altro o qualcosa di peggio, essere qualcuno, riducendo la grazia della vita ad una carriera per essere, secondo il posto che occupiamo nella scala sociale, gli uni diversi dagli altri. Un intero sistema di ideologie per negare che coloro che vivono sui salari sono coloro che davvero rendono possibili le cose materiali che permettono alla società essere parcellizzata in ogni paese. Un intero sistema di idee per negare il giusto spazio alle donne, relegando il suo contributo alla svalorizzazione o assoggettandola a pratiche sociali che la sminuiscono come persona o che la considerano solo oggetto di desiderio.

Negli ultimi decenni la conoscenza è raddoppiata, anche se in verità l'accesso al sapere è diminuito perchè molte persone sono occupate solo a sopravvivere, molti non capiscono quello che leggono e vi è molta manipolazione nelle informazioni,  vale a dire che vi è in atto un tentativo affinchè cento milioni di persone non possano leggere e neppure comprendere, allora questa conoscenza non significa che siamo andati avanti quanto a maggior giustizia sociale ed umanità nelle nostre relazioni.

Mai prima d'ora l'umanità è stata così vicina alla sua estinzione, mai prima d'ora abbiamo affrontato tante crisi insieme. La vita sul pianeta è minacciato da esseri intelligenti che non sono guidati da intelligenza, ma da antivalori verso la vita. Questa situazione deve cambiare e questo cambiamento è necessario e le donne sono una forza fondamentale di questo cambiamento.

Diciamo cambiamento culturale, cambiamento di paradigma e questo cambiamento deve durare nel tempo.
Ora in questo 8 marzo asseriamo come un tributo alla vita: basta al maschilismo, basta alla ingiustizia sociale, basta alla svalorizzazione ed alla violenza contro le donne.

Nella Repubblica del Sud, nella società utopica, in ogni giorno possiamo essere in grado di far progredire le nostre azioni, non vi è altra differenza che la nostra capacità di fornire il nostro contributo allo sviluppo della società.

Dico donna oggi con la speranza rivolta al domani. E con questa affermazione e speranza mi schiero dalla parte giusta dove bisogna schierarsi: ovvero dalla parte dell'impegno per far cambiare le cose.

Tito Alvarado


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Salvatore Armando Santoro - Presidente

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