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Aurelio Zucchi VIAGGIO IN V CLASSE C h r o n o s - Il Filo “Viaggio in V classe” d’Aurelio Zucchi, con intelligente prefazione di Pietro Zullino, è il romanzo in questione. L’ Autore, alla sua prima prova letteraria, è il protagonista e l’io narrante di vicende tanto “normali” quanto nobilitate dalla scrittura e dal sentimento. Il libro risulta essere solo a tratti “diario di bordo” di un gruppo di amici che frequentano tutti la stessa classe (la V B dell’Istituto Tecnico “A.Righi” di Reggio Calabria) e condividono il destino di giovani , appena usciti dall’ adolescenza, inquieti per l’ incerto avvenire, ma fiduciosi nelle proprie capacità e determinati dal bisogno: consapevoli delle difficoltà da superare e protesi verso l’agognata meta della maturità, restano sordi agli echi della contestazione sessantottina, né si lasciano coinvolgere dalla rivolta della loro città scippata del capoluogo. Zucchi, che si rivede come “un povero ragazzo ricco di vita” ma senza scarpe o abiti firmati, produce una fotografia esatta di luoghi e di persone reali, indicati coi loro nomi, fedelmente sbalzati col cesello di un’acuta analisi dei caratteri e col ricorso a quella parlata diretta, un po’ sguaiata e sopra le righe, di una “banda” in libera uscita , rotti i freni di una severa disciplina. Dalle pagine del romanzo emerge un’umanità varia, quasi edificante, vista certamente col metro di poi di chi, allevato al senso del dovere e alle responsabilità, rivisita, con sereno giudizio critico e non senza qualche groviglio nostalgico, episodi di una quotidianità quasi scontata, ma sempre ravvivata dal calore dell’amicizia, dalla complicità di gesti, segreti, marachelle, vissuti spesso nell’alveo di una trasgressione più pensata che attuata, in ogni modo mai debordante e greve. Per tante pagine dedicate alla ricerca di senso e di esperienze di vita, che hanno come costante l’allettante e misterioso mondo femminile, “Viaggio in V classe” si può considerare anche romanzo di formazione. Il viaggio “dentro” un’aula, con quanto vi accade di significativo, per l’Autore, nei rapporti tra gli alunni e tra questi e i docenti, apre scenari su altre dimensioni. Lo sguardo del protagonista, continuamente rivolto a cogliere, in ogni situazione, le emozioni e le ragioni dell’esistenza, proiettato già lontano ad esplorare possibili condizioni e realtà nuove, rappresenta metaforicamente il lento e faticoso distacco dall’età giovanile verso la maturità, non solo scolastica, con un futuro prossimo da costruire e non più da sognare. Nell’affollato panorama di personaggi e ambienti, Zucchi indaga anche il personale, difficile distacco dagli affetti e dai luoghi della fanciullezza per il trasferimento a Roma della famiglia. Da quel momento il ricordo di quel gruppo affiatato di amici che “andavano a piedi e sognavano le macchine rombanti”, sveglia a tradimento sopite malinconie, ritma certezze di un tempo ritrovato e, senza retorica, scioglie canti a una passata gioventù, coraggiosa e ottimista, contenta di poco, educata all’impegno e ai buoni sentimenti. “Viaggio in V classe “ è certamente il prodotto di un talento personale, ma i contenuti parlano di “valori”, più che enunciati, vissuti in sintonia da un’intera comunità, e di una scuola che spronava alla meta e manteneva le promesse. Chi vuole intendere….intenda. Grazie Aurè! Dalla prefazione di Angela Ambrosoli La scuola negli ultimi decenni è diventata il capro espiatorio di tutti i mali sociali. Tra riforme e “controriforme”, che si sono abbattute quasi annualmente sulla pelle degli alunni incolpevoli e, forse anche di più, su quella degli insegnanti, affannati a comprenderne disegni e significati, essa ha tuttavia retto all’inconsistenza e alla rozzezza di questo tempo dagli orizzonti annebbiati. E forse la ragione sta nel fatto che tutta una generazione di insegnanti, ancora forgiata alle sudate carte, agli ideali alti della professione e al senso del dovere, ha continuato a svolgere il suo compito, nonostante tutto: guardando più alla pratica e all’ utile didattico, che a tante contraddittorie teorie (pseudo) socio-pedagogiche “vocate” alla centralità dell’alunno, ma in verità più attente agli “indottrinamenti”, funzionali soprattutto a redditizie carriere politiche. Ce ne dà prova, e fa bene al cuore in questo contesto di totale disorientamento degli educatori, di sfiducia generale, e del “V - day” che non fa distinguo, un riuscito romanzo che, attingendo a piene mani al vissuto personale dell’Autore, ci regala un piccolo affresco di laboriosa e serena vita scolastica, neppure tanto lontana dall’oggi. Aurelio Zucchi VIAGGIO IN V CLASSE C h r o n o s - Il Filo ISBN 88-7842-576-1 9 7 8 8 8 7 8 4 2 5 7 6 7 Euro 14,00 Data di creazione: 17/12/2007 @ 21:17 | Sostieni il Circolo
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