Lorenzo Calogero è un poetà "dimenticato". La sua poesia "maledetta" non ha riscosso troppo entusiasmo tra editori e critici forse perché appartiene ad una cultura "marginale", quella calabrese, spesso ignorata e penalizzata.
Di sicuro al recente Salone del Libro di Torino (2013) la Regione Calabria ha sviluppato un sereno dibattito su questo artista calabrese che, sono certo, prima o poi riscuoterà il meritato successo. Peccato che, nonostante Montale avesse valutato positivamente le sue opere, la grande editoria l'abbia completamente ignorato ed i critici dimenticato. E' la fine dei grandi che, poi, da morti creano risorse proprio per coloro che in vita non l'hanno saputo valorizzare.
http://www.lorenzocalogero.it/biografia/
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
POCO SUONO (1933-1935)
PAROLE DEL TEMPO, (1932-1935)
MA QUESTO …, (1950-1954)
COME IN DITTICI, (1954-1956)
AVARO NEL TUO PENSIERO, (1955, inedito)
SOGNO PIÙ NON RICORDO, (1956-1958)
QUADERNI DI VILLA NUCCIA, (1959-1960)
UNA DELLE SUE POESIE:
XXVI
Tu non fai che amarmi.
Potevi socchiudere, socchiudermi gli occhi.
Ma in sí rossa del color di un quadro
era una sera.
Molte volte ho visto
non veduta, cambiata in due la tua sera.
Non domandare del lento discendere
tuo a settembre. Questa stella avvizziva
in fondo al pozzo, e la tua lugubre
contesa era distesa.
Ma non dirmi piú che hai
e se marzo è cosí bigio in fondo al pozzo.
Pure erano rose
e rose e cose e colori da morire
quando era lento marzo
e dietro un cipresso era un nastro
mutilato alla campagna.
Cosí presso a una nube
era cosí prossimo il suo vero
e il suo lento discendere
era un numero a settembre.
Ora potevi scegliere salire
e con gioiosa giovane fronte
alla fronte tua morire. Ora riposa,
riposa al largo. Hai stanche le iridi ….
Porta l’impronta odorosa del sole
l’aurora alla campagna ….