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"Le poesie di Steed Gamero," scrive Roberto Malini nella prefazione del volume, "che si susseguono nella forma di un poema frazionato, ci restituiscono drammi umani che si svolgono in luoghi celati ai più: il mondo delle comunità per ragazzi che troppo spesso le autorità strappano alle famiglie in base a pregiudizi sociali, culturali ed etnici, definendoli 'disadattati' e predisponendo per loro percorsi terapeutici che in realtà distruggono le loro radici affettive e culturali. Gli eroi di questo libro epico e palpitante non si arrendono ai severi regolamenti delle strutture di accoglienza e risvegliano in sé quei poteri che possono mantenere coeso il loro io, sottraendolo alla disintegrazione repressiva e farmacologica. 'Non so che cosa c’è in me... che vuole salire,' scrisse Rimbaud in una lettera a Théodore de Banville. È lo stesso spirito di ribellione e veggenza che risorge nelle giovani anime degli ospiti della Casa del Sole, paradigma di tutti gli istituti per minori con - veri o presunti - problemi familiari. È la stessa lotta per la libertà che combatte l’eroe dei canti di Walt Whitman, una battaglia condotta con le armi della dolcezza e della volontà, per sottrarsi al gorgo della frustrazione e dell’infelicità. È il conflitto che combattono i ragazzi che crescono in un mondo che vuole trasformarli da angeli in cannibali dediti al consumo sfrenato di beni materiali e virtuali: una rivoluzione a difesa del cuore, una crisi che nel meccanismo disgregante delle strutture sociali diventa estrema. E nel polverone sollevato da questo sconvolgimento civile il poeta, che non è cieco, citando un altro autore americano, William Carlos William, 'vede gli occhi degli angeli'."
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