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GAGLIANO DEL CAPO – PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI POESIE DI ANTONELLA SERGI “Fra le braccia di Dio” (9.7.2010)
Gagliano: “Fra le braccia di Dio”lug 9 2010 Il libro sarà presentato venerdì 9 luglio, alle 20,30, in Piazza Vito Cosi ad Arigliano (frazione di Gagliano). La sua vita è tutta una straordinaria prova di coraggio. E a 47 anni, con la raccolta di poesie “Fra le braccia di Dio”, l’autrice Antonella Sergi, di Gagliano del Capo, “traduce in poesia”, come si legge nell’introduzione curata dalla figlia, la dott.ssa Francesca, “le circostanze della vita, a volte ingiuste ed infelici, altre entusiasmanti. La schiettezza con cui ella scrive rimanda ad una voglia di giustizia umana che scaturisce da un animo prettamente cristiano”. Antonella Sergi comincia a scrivere poesie quando è ancora ragazzina ma già contesta le ingiustizie del mondo. E da giovane, ecco il primo evento traumatico, con la perdita del suo primo figlio. Dopo una quindicina d’anni fra Roma, Oria (Br) e Casarano, torna a Gagliano. Antonella ha tre figlie, di cui l’ultima avuta a 39 anni: la bimba ha solo sette mesi quando alla madre viene diagnosticato un tumore al seno, che affronta con coraggio ed una serie di terapie, e quando sembra avviata sulla strada della guarigione, scopre dopo nemmeno cinque anni di avere metastasi alle ossa. Ora, da oltre un anno, Antonella sta cercando di sconfiggere anche questo male, confidando soprattutto nella fede. Il libro sarà presentato venerdì 9 luglio, alle 20,30, in Piazza Vito Cosi ad Arigliano (frazione di Gagliano): nel corso della serata, organizzata dall’Associazione Culturale “De Finibus Terrae” ed introdotta dal dott. Carlo Nesca, saranno recitati alcuni componimenti da parte di Cristina Monteduro, Francesco Sergi, Antonio Ceddia, Grazia Brizi e Loredana Coppola. Fra gli altri interventi, anche quelli di Loredana Capone, vice presidente della Regione Puglia e curatrice della prefazione del libro, e l’assessore comunale alla Cultura, Michele Sergi. Parte del ricavato del libro (156 pagine, Euro 11,00) sarà devoluto alla Sezione “Capo di Leuca” di Morciano della Lega Italiana Lotta ai Tumori. (Tratto dalla rivista "Il Gallo" pubblicata a Gagliano del Capo) E' stato per caso che ho conosciuto Antonella Sergi, poetessa di Gagliano del Capo durante il mio soggiorno in questa cittadina tra Giugno e Luglio 2010 andando al supermercato a fare la spesa. Il titolo dell'opera, in corso di presentazione, a dire il vero, non mi aveva granché ispirato. "Fra le braccia di Dio", avevo pensato. Sarà la solita bigotta che si sciacqua la bocca con questo Dio che molti adoperano come fosse un prezzemolo da usare per tutte le pietanze. Poi ho capito, cercando delle informazioni tra le mie amicizie, che quel titolo era tutt'altro che un fatto religioso. Quel titolo era una ricerca di speranza per una situazione personale, passata e presente, non certamente felice e che non tutte le persone riescono ad affrontare con la forza, con la lucidità, con la consapevolezza e con la serenità di Antonella. Insomma, ho scoperto che quel titolo era una esclamazione laica, almeno io, che sono alquanto miscredente, lo intesa così. Un'esclamazione laica che racchiudeva la speranza per un futuro migliore e per una recupero di serenità. Ed io lo auguro di cuore a questa poetessa che stamattina, 9 Luglio 2010, ho conosciuto venendo in possesso in anteprima della sua opera che sono riuscito a leggere ed analizzare in profondità. Che dire? Ci troviamo di fronte ad un'opera contenente molte liriche che, se non fosse anche per la drammaticità degli argomenti trattati, potremmo definire di "poesia estemporanea", molto in uso in Toscana dove vivo, dove però a fronte di poesie tipicamente legate e riferite ad affetti personali e familiari (Perdono - dedicata da una amica sofferente -, Madre, ll mito - dedicata al padre-, A papà Pasquale, Vecchiaia dolorosa - dedicata allo zio- eccc...) risaltano moltissime poesie di impegno, introspettive, di analisi sociale, ed anche di antropologia culturale là dove si descrivono usi e costumi di popolazioni e persone, come nel caso di "Comari", "Paese mio", "Cantastorie", "Ricordi di Oria", poesia quest'ultima dove storia e tradizioni si intrecciano in chiave poetica, per concludere, poi, con una serie di poesie di denuncia, di fede ed anche gioiose come in "Girotondo" che richiama in modo approssimativo il verseggiare dei poeti del '200, ma dove risalta il suo impegno civile verso il rispetto della natura e la denuncia della prepotenza degli uomini (...E dite ai bambini/ che sono capricciosi,/ ma cari i miei grandini/ voi siete più "pericolosi"!). E questa sua testimonianza di impegno contro la guerra risalta in modo particolare nella poesia "Giù la testa" Il pianto dei bimbi nella testa di donne urla strazianti in mezzo a una tempesta di fuochi abbacinanti. Visioni poco gradite che fanno disturbare le tavole bandite di ricchi ad ingozzare. La guerra non è arte ma solo un'invenzione di chi vuol far la parte del dispotico leone. La fede di Antonella, però è molto razionale ed è legata più al fare (non al modo diciamo propagandato da certi politici che ci amministrano e che incosciamente sono stati eletti da un popolo che spesso gioca con le cartelle elettorali) ma alla testimonianza di quell'essenza cristiana che trova nella solidarietà e nell'amore verso il prossimo la vera essenza del vivere civile e dei comandamenti cristiani che, spesso, rimangono misere enunciazioni di architettura mentale senza alcuna concretezza di trasformare il “dire” in “fatti concreti”. Questa fede viene delineata nella sua essenza profonda nella poesia "A modo mio" un condensato di fede, d'accordo, ma anche di razionalità. (Ci vogliono inculcare/ che staremo meglio altrove/ ma alle persone care/ dunque portino le prove!/ Altrimenti stiano zitti/ lasciando lacrimare/ chi non vuole certi editti/ stare qui ad ascoltare" .... per concludere con l'ultima quartina dove esplicita il senso della sua fede...."Son convinta religiosa/ e credo in un sol Dio/ non penso essere oltraggiosa/ se lo faccio a modo mio). E questa religiosità risalta anche nella semplicità dei versi di "I pescatori", di "Niente e nessuno" dove la quartina di chisura finale è tutta un programma inneggiante all'impegno civile ed alla testimonianza che un buon cristiano dovrebbe fornire sempre (Di occasioni ce ne ha date/ il Signore, e sai quante!/ Ora dice: Fate, fate!-/ e queste son parole "sante", dove "sante" viene evidenziato con delle virgolette quasi a rafforzarne il significato profondo del senso di quel "fate" inteso come impegno civile e sociale!)
Chiaramente la condizione fisica non felice dell'autrice si concretizza nella ricerca di sfogo e conforto in una forma di poesia dedicata al dolore fisico. Entra in scena così la razionalità dell'autrice che pur riversando nella fede la sua speranza di una vita serena futura si sforza di sublimare il suo dolore attraverso la poesia. Una forma di religiosità, quindi, che vuol razionalizzare l'essenza del titolo del volume "Fra le braccia di Dio" in una invocazione laica dove la poesia diventa divinità a cui affidarsi per acquisire la forza di superare il male interiore e sperare in un futuro dove questo male viene sconfitto dalla forza di volonta' di Antonella. Questi concetti vengono ribaditi ampiamente nelle liriche " L'indifferenza" (dove si denuncia, appunto, l'indifferenza verso le sofferenze altrui per accorgersi di questa incongruenza quando una qualsiasi malattia ci colpisce), "Sul balcone" (che rappresenta un'analisi introspettiva della vita che scorre attorno a noi ma con attenzione rivolta anche ai nostri mali, che si concretizza negli ultimi due versi della lirica con una enunciazione quasi stoica di accettazione dell'infermità con coraggio e speranza: "con la mia bandana in testa,/ mi godo quel che mi resta"), “Paura”, dove l'invocazione a Dio di non lasciarla sola non è evidente ma sottintesa, “L'alito di vita” Finché c'è un alito di vita affronterò a muso duro questa difficile partita. Che sono i versi di incipit e di chiusura della lirica quasi a rafforzare la sua determinatezza di sconfiggere il male che l'ha colpita. Ed è con questi versi che chiudo questa mia recensione chiaramente invitando tutti ad acquistare il volume, il cui ricavato sarà parzialmente devoluto alla Lega Italiana della Lotta contro I Tumori “Capo Leuca”, sede di Morciano delCapo (Lecce). Dott. Salvatore Armando Santoro Presidente del Circolo Culturale “Mario Luzi” di Boccheggiano/Montieri (GR) Data di creazione: 14/04/2012 @ 23:46 | Sostieni il Circolo
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