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FACEBOOK ED IL 25 APRILE
MI E' VENUTA IN MENTE QUESTA RIFLESSIONE MENTRE LEGGEVO UNA RISPOSTA CHE L'AMICO FRANCESCO GALGANI MI AVEVA MANDATO QUESTA MATTINA. ED HO PENSATO CHE RIPROPORRE IL SUO PENSIERO POTEVA TORNARE UTILE AGLI AMICI PIÙ INTELLIGENTI PER RIFLETTERE SU QUESTO MOSTRUOSO STRUMENTO CHE È FACEBOOK E CHE LO SONO TUTTI GLI ALTRI PORTALI CHE GLI RASSOMIGLIANO E CHE CI STANNO INGABBIANDO IN UNA TRAPPOLA DOVE NOI PENSIAMO DI ESSERE LIBERI ED INVECE CI RICHIUDIAMO DENTRO DA NOI STESSI.
A ME FACEBOOK SERVE PER DIFFONDERE LE MIE INZIATIVE MA POI CI PUBBLICO DI TUTTO E, DI CONSEGUENZA, DIVENTO UN OGGETTO DA SFRUTTARE E CONDIZIONARE COME TUTTI QUELLI CHE PENSANDO DI ESSERE LIBERI E DI CONDIVIDERE LA LIBERTÀ SU CERTI PORTALI NEI FATTI CONDIVIDONO SOLTANTO LA LORO SCHIAVITÙ. RIUSCIREMO A CAPIRLO? HO I MIEI DUBBI E SE FRANCESCO RESISTE A STARSENE FUORI FORSE RIUSCIRÀ QUALCHE RIFLESSIONE A FARLA MATURARE ANCHE IN ALTRE PERSONE.
MA ECCO QUELLO CHE SCRIVE FRANCESCO:
Riflessioni su Facebook
I social network sono molte cose: sono uno strumento di controllo delle masse (molto più invasivo e molto più efficace delle dittature del passato), uno strumento di marketing e politica, un prolifico mercato di pubblicità, un luogo di raccolta di informazioni private per poi rivenderle, e ovviamente una gallina dalle uova d'oro per il business miliardario di chi ha il controllo di tali strumenti.
I social network sono molte cose e sovente spingono le persone a chiudersi in un mondo sempre più ristretto, gestito da algoritmi su cui non hanno alcun controllo. I social network sono un esempio di psicologia applicata alle masse, una dimostrazione di come sia possibile ingannare milioni di persone, facendole sentire libere dopo aver messo loro guinzaglio e paraocchi. Sono una sorta di droga, tossica come la cocaina e l'eroina e con danni ad esse equiparabili. I più danneggiati sono i giovani, che sono la speranza e il futuro di questo mondo. Avevo scritto una poesia intitolata "Facebook" e ho studiato a fondo l'inganno dei social network nella mia tesi di laurea su "Solitudine e Contesti Virtuali". Avrei voluto far sapere al mondo intero quello che ho scoperto nelle mie ricerche, ma le persone non hanno né tempo né voglia d'ascoltare, e tanto meno hanno voglia di cambiare le proprie abitudini, anzi, l'uso di Facebook è sempre più invasivo e immersivo. Nel frattempo, l'intento di Facebook per allargare il proprio dominio, il proprio controllo e il proprio business è chiaro: rendere il web sempre più simile a Facebook, perché tutta la connettività delle persone "deve" (?!) iniziare con Facebook e finire con Facebook. I numeri dimostrano che in effetti questo è ciò che la massa degli internauti desidera: «Facebook has a grand vision: to connect the entire Internet, and every website on it, with a layer of social integration». Anche i tumori fanno così, o almeno ci provano: si allargano sempre di più, prima di uccidere tutto l'organismo.
Capite come mai ho scelto di non stare dentro Facebook e piuttosto mi sono fatto un blog personale, usando esclusivamente software libero su cui posso avere un controllo totale? Capite come mai, per la comunità degli studenti con cui collaboro, ho creato un "nostro" social network e un "nostro" spazio di condivisione (sempre basato su software libero), piuttosto che affidarmi alla gabbia di Facebook?
Francesco Galgani,
25 aprile 2014
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