Circolo Culturale "Mario Luzi" di Boccheggiano (GR)
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Buono Nunzio - ..DI QUEL CHE SAPEVA L'AUTUNNO (5) Scrittori amici e recensioni volumi)
Prefazione
di
Italo Zingoni
Non è certamente facile per me, poeta di ore rubate al sonno, scrivere la prefazione di un libro di poesia. Sono però entusiasta del fatto che Nunzio Buono abbia pensato a me per questa sua che lui chiama “silloge” ma che invece è un “libro” vero di poesia vera. Mi onora essere stato invitato a presentare quest’opera che potrei, dopo aver letto una prima volta le poesie, definire “un gioiello che si può indossare in infinite occasioni e ogni volta che il cuore riesce a battere per una grande emozione.”
Non è facile neppure leggere un libro di poesie. Viviamo d’altra parte in un mondo in cui la fretta distoglie troppo spesso le persone da ciò che darebbe loro un motivo per riflettere e per fermarsi a pensare davvero a quello che è il reale senso della vita. Perdiamo ormai, sopraffatti dal quotidiano rincorrersi in ingranaggi che non consentono soste, ogni occasione per essere veramente “persone” in questo breve cammino che ci porta sempre nella stessa direzione.
Invece sarebbe necessario a volte fermarsi. Fermarsi e riflettere. Pensare. E la poesia, quella vera, quasi sempre riesce a farci da guida, come Virgilio per il sommo Poeta.
In questo nuovo volume di poesia Nunzio Buono intraprende un percorso che passa dalla piena introspezione alla rielaborazione dei sentimenti per condurre il lettore in una magica atmosfera, ricostruita e plasmata con l’uso maieutico della parola, che, sola, può guarirci da quel “male di vivere” che troppo spesso ci insidia.
Raccontare e raccontarsi, rendere gli altri partecipi della nostra più nascosta interiorità, dare sensazioni in forme sempre diverse, scontrarsi con se stessi e con la vita, amore e ricordo, malinconia, solitudine, silenzio … questi sono i temi ricorrenti nella poesia, ma nel variegato mondo della poesia contemporanea non è dato di trovare in ogni “voce” una vera voce poetica. Troppo spesso si dimentica che per “essere poeti” non basta prendere un foglio bianco (di carta o come vuole la nostra modernità, elettronico …)
e scrivere ciò che il desiderio di farlo ci suggerisce e ci spinge ad esprimere in qualsiasi modo ciò che sentiamo in un particolare momento.
Non basta.
Per scrivere poesia vera bisogna essere “Artisti dentro” e avere la piena consapevolezza che ciò che scriviamo deve essere prima di tutto “Arte” e quindi bisogna non accontentarsi mai di ciò che abbiamo scritto e pretendere da noi stessi sempre di più.
Questa “sete” di poesia è sicuramente presente in Nunzio. La si può individuare immediatamente nelle parole della prima poesia: “nulla ha un nome / se non l’inchiostro / di una parola detta sottovoce …” e poi “ c’ è una luce sottile che parla / quando tutto è muto …”
Un lettore attento saprà subito che in questo libro, in questo autore, non troverà banalità sbandierate come “Poesia” .
Il percorso si delinea in un rincorrersi di ricordi e di sfumata nostalgia, che mai però diventano puro raccontarsi in quel solo riferimento alla propria interiorità che sovente prende la mano e la “penna” ai poeti, limite che coincide sempre con la mancanza di vera Arte e quindi di vera Poesia.
Nunzio si racconta ma con un ampio respiro e con una ricerca della parola che accorda l’ io all’universalità, che assume e fa assumere al lettore la piena consapevolezza di un mondo che intorno a noi respira e vive le nostre stesse sensazioni, i nostri sentimenti, le nostre gioie, i nostri dolori e riesce perfino a “farsi noi” interiorizzandoci e permettendoci di “essere” in perfetto equilibrio con la natura e con ogni suo “attimo“, ridisegnando l’esistere in relazione alla realtà che ci circonda.
“… nella tenerezza di una mano tesa / il vento abitò la mia vita…” e ancora “Leggerò di te / dalle maree il divenirmi..” “..e se nebbia troverai / al vetro dei tuoi giorni / prova…”
E se questa realtà spesso è così crudele da toglierci gli affetti cui più teniamo è anche vero che l’uomo ha in sé la capacità di reagire e di raccogliere sempre i resti e su questi ricostruire e “ricostruirsi”.
Così la speranza rigenera ogni illusione e la trasforma in quel “sentimento del tempo” che ci porta a credere in un destino che ci è stato “assegnato” e oltre il quale ogni nostro sogno potrà essere realtà.
“Torna / dal sapore del perduto / il profumo della vita
E ancora il poeta “ In quell’ angolo di luce / c’è il sogno / che crea / il suo domani .”
E la donna amata, che sia o meno l’immagine della madre scomparsa, è presente nel poeta e nella sua poesia che d’amore si nutre e vive intensamente ogni attimo fino a farsi “brezza sul viso dei sogni” e “della mia voce il canto” …
La poesia stessa è spesso ispiratrice (e si fa quasi amante) di versi sublimi in cui si identificano passione e desiderio che si sciolgono come per incanto nello sfiorarsi di un bacio.
“è poesia / che nel buio si accende nei sensi / … e nel gesto gentile / la carezza sul viso del tempo / … di un bacio rubato / a un altro / baciarsi ancora.
Ma adesso credo di non dover rubare altro tempo al lettore.
Lo lascio a leggere le poesie di Nunzio, con un solo consiglio, quello di aprire il libro e di accedervi con consapevolezza, di gustarne ogni pagina ma soprattutto ogni parola come fossero pane fresco e acqua pura di sorgente, con cui sfamare e dissetare l’anima …
E per dirlo con le parole del poeta “ transitare il cuore in altro cielo”.
Ringrazio Nunzio per l’opportunità che mio ha dato.
Italo Zingoni
NarrativaePoesia
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In copertina: “La danza del vento” olio su tela di Tiziana Mignosa